Non molto tempo fa pensare a
macchine volanti era una follia accessibile solo ai sognatori, oggi invece è
diventata una realtà molto comune. L’aeromobili sono diventate quasi scontate che
non ci si pone neanche più il problema di come esse facciano a volare, ci si
sale e in un atto di totale fiducia si aspetta l’atterraggio. Ne esistono
svariate tipologie dedicate alle più svariate attività ma nonostante la loro
diffusione solo in pochi si chiedono come esse siano veramente in grado di
muoversi nel cielo. Studiando il brevetto di Henry H. Gridley ho avuto la
possibilità di analizzare nel dettaglio la forma e le capacità di un elicottero
progettato nel 1911 capendone le potenzialità e l’innovazione per l’epoca.
Henry H. Gridley, cittadino americano residente nello stato del Massachusetts, aggiunse
allo storico modello di elicottero, composto principalmente da un propulsore e
da pale di sollevamento, un piano di supporto o profilo alare e ancor più
importante un sistema di membri tubulari a fondo aperto che tramite il
passaggio di aria permettevano la stabilità e l’equilibrio del veicolo.
Prestando particolare attenzione alla distanza e al diametro dei tubi nonché
agli spazi anulari e al diaframma del veicolo creò un sistema che permise di
sfruttare la pressione e le correnti d’aria per far decollare e stabilizzare il
volo dell’elicottero.
In conclusione, la novità nel brevetto di Henry H.
Gridley è quella di mettere l’accento sulla struttura aerodinamica
dell’elicottero non meno importante rispetto alla forza motrice o ai comandi di
volo, evidenziando come la forma del veicolo riesca ad assicurare maggior
stabilità e sicurezza al volo.
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